La leggenda di Persefone


L’aria fresca inondava con il suo luccichio, il verde degli arbusti vivificandoli e accendeva i colori dei fiori appena sbocciati, mentre il gorgoglio pacato delle acque del lago diffondeva tutto intorno un lieve mormorio di serenità che si mescolava alle  risate innocenti delle giovani fanciulle. Avvolte nei loro abiti fluttuanti, ondeggiavano come danzatrici leggiadre e godevano del risveglio della natura.

All’improvviso un’ombra oscurò il sole e, come una nube minacciosa, si scagliò su di loro lasciando dietro di sé solo dolore e devastazione...

Il Mito che celebra il mistero della vita


Sin da tempi antichissimi, il bellissimo Lago di Pergusa, che si trova nei pressi di Enna, sarebbe stato il luogo in cui si svolse uno dei miti più affascinanti della storia, poiché legato alla ciclicità della nostra esistenza.

Un mito che è stato tramandato da molti poeti greci e decantato soprattutto nell’Inno omerico a Demetra.

Persefone, Proserpina per i romani, era la splendida figlia di Demetra, Cerere per i romani, che aveva l’abitudine di andare spesso in giro per le campagne a raccogliere fiori con le sue amiche, le figlie di Oceano.

Il mito narra che mentre era intenta ad ammirare la bellezza di un fiore di narciso, vicino al lago, comparve su un carro d’oro trainato da cavalle immortali, Ade (Plutone) dio degli Inferi che, attratto dalla sua bellezza, la rapì.

 La madre Demetra, dea della vegetazione e dell’agricoltura, la cercò disperatamente per nove giorni e nove notti dimenticandosi dei suoi compiti. Così la terra iniziò a inaridire e le messi seccarono generando una grave carestia. Zeus preoccupato rivelò a Demetra il luogo in cui era stata condotta la figlia e lei, non riuscendo a sopportare il dolore della separazione lo supplicò di riunirle. Zeus, impietosito, acconsentì e stabilì che la madre e la figlia potessero vivere insieme solo per alcuni mesi l’anno. Secondo il mito omerico Persefone sarebbe rimasta nell’Ade per sei mesi, mentre per gli altri sei sarebbe ritornata sulla terra. Invece secondo il mito orfico Persefone sarebbe rimasta solo quattro mesi nell’Ade e sulla terra per i restanti otto mesi.

Demetra accettò la decisione però pose una condizione: quando sarebbe stata separata dalla figlia e sarebbe stata sopraffatta dalla tristezza e dal dolore, anche la terra avrebbe sofferto con lei, spogliandosi dei suoi frutti in autunno e in inverno. Invece non appena Persefone sarebbe ritornata con lei, tutta la terra ne avrebbe esultato ricoprendosi di fiori e di piante in primavera e dando i suoi frutti in estate.

Quando si racconta questo splendido mito non bisogna dimenticare che ne ha ispirato un altro che racconta della Ninfa Ciane, che viveva a Siracusa. Ella, presente al momento del rapimento, tentò di opporsi ad Ade che la trasformò in una fonte.

Ovidio nelle Metamorfosi, racconta che Ciane si sciolse dalle lacrime per non essere riuscita a salvare l’amica. Il giovane fidanzato Anapo, per rimanere con lei si fece mutare anche lui in un fiume.

La straordinarietà del mito di Persefone ha attraversato i secoli fino a giungere ai giorni nostri. Esso va oltre la storia raccontata per assumere un significato universale in ogni tempo poiché simbolicamente rappresenta l’alternanza ciclica delle stagioni e di conseguenza della vita stessa.

Un ciclo continuo di morte e di rinascita, segnato dall’assopimento della natura durante il periodo invernale, e dal risveglio della terra non appena sopraggiunge la Primavera.

Simbolicamente Persefone è una divinità ambivalente, che si divide tra il mondo della luce e del sole quindi della vita umana, e quello delle tenebre, dell’oltretomba, cioè della vita dopo la morte.

Essa costituiva un legame profondo tra il Regno dei morti e il regno dei vivi. Tra la morte e la vita che perdono i propri confini per fondersi l’una nell’altra.

Per questo fu particolarmente venerata nei Misteri Eleusini, che venivano celebrati nella città sacra di Eleusi, vicino ad Atene, nel periodo tra settembre e ottobre.

Il momento del ritrovamento di Persefone da parte di Demetra, si metteva in scena ogni anno, attraverso una solenne processione che da Atene, giungeva con le fiaccole accese al santuario e alla grotta sacra dove si credeva ci fosse un accesso al regno dei morti. Al suo interno accedevano solamente coloro che erano stati iniziati ai “Misteri” e compivano una cerimonia segreta in cui si celebrava questa ciclicità della vita.

Morte e rinascita, riposo e risveglio della Natura, ciclo eterno delle stagioni.

Concetti misterici che si perdono nella notte dei tempi e che proiettano tutta la loro energia fino ai giorni nostri per ricordarci il mistero della vita che si rinnova.


Questa sezione è stata interamente curata dalla nostra esperta, la Dott.ssa Eliana Vivirito