La leggenda della baronessa
Elena Baele


Per questa Storia Arcana ci spostiamo a Capo Milazzo. Grazie ad Eliana Vivirito scopriremo la storia di un amore spezzato,  quello tra la baronessa Elena Baele ed il suo amato...


Un amore spezzato

Sotto la volta scura di un cielo privo di stelle, un cavallo galoppa irruente, gli zoccoli battono con forza sul promontorio e tranciano steli d’erba e zolle di terra sollevando intorno un alone polveroso che sembra avvolgere la fanciulla che tiene le mani serrate sulle redini. I capelli, sciolti sulle spalle, ondeggiano convulsi in un vortice furioso e, come propaggini ostili si insinuano tra le pieghe scomposte di un abito chiaro, tra i lembi che volteggiano sconnessi come le ali di una farfalla morente. Il vento colpisce con violenza i lineamenti contratti e sferza, brutale, le lacrime che scendono veloci.

Mentre il suo pianto disperato riempie l’aria di tutto il dolore della vita e i singhiozzi si fondono con il fragore delle onde che si infrangono sulla scogliera.

Elena Baele, narra la leggenda, era una fanciulla appartenente a un nobile casato, che visse nelle terre di Capo Milazzo, in un tempo lontano in cui le giovani donne non potevano amare liberamente, ma erano considerate come oggetti per tessere legami tra famiglie influenti. Ma Elena si innamorò del figlio di uno dei contadini che lavoravano nella tenuta del padre. I due si amavano in segreto e facevano lunghe passeggiate a cavallo per i sentieri delle incontaminate scogliere Di Capo Milazzo. Però quando il padre se ne accorse, decise di troncare questo legame tra i due innamorati, licenziò tutta la famiglia del ragazzo e pagò loro una grossa somma di denaro.

Il cuore di Elena si spezzò e lacerata dal dolore chiese di fare un’ultima passeggiata da sola. Così, in preda alla disperazione galoppò all’impazzata fino alle scogliere, e, non sopportando un’esistenza senza l’uomo che amava, si gettò, insieme al suo cavallo, da una rupe, che, in sua memoria, viene chiamata U Sautu Du Cavaddu, il salto del cavallo.

E ancora oggi si narra che nelle notti d’estate, appaia il suo fantasma e che, in sella al suo amato cavallo, galoppi sul promontorio, alla ricerca dell’amore spezzato e che il suo pianto echeggia angoscioso sulle scogliere selvagge a strapiombo sul mare di Capo Milazzo, perpetuando il ricordo di un grande amore libero dai vincoli imposti da una società gretta e maschilista.