La Rocca di Busunè

Da uno scritto di Giuseppe Pitrè una leggenda davvero arcana...Grazie al nostro esperto, il Dott. Giovanni Iozzia, per averla voluta condividere con noi. 

La fera di li 'nganti

Questa Rocca è un gran sasso in mezzo a un largo campo che si stende sulla strada che da Girgenti conduce e Raffadali.
Ogni sette anni, a mezzanotte in punto, questa Rocca si apre dalla sommità, e vi si celebra la fera di li 'nganti (la fiera degli incanti), con frutta tutta d’oro, che possono comprarsi con poche monete; fiera che dura quanta durano i tocchi della mezzanotte; all’ ultimo de’ quali la Rocca si richiude, e chi s’é visto s’é visto.

Un capraio di grosso cervello una notte d’ inverno passando per quella strada, allo scoccar della mezzanotte, vide la Rocca tutta illuminata, indi aprirsi alla sommità, e certe figure bianche invitarlo ad entrarvi.

Entrò, e vide la caverna popolata di altre numerose figure lunghe, vestite di bianco, vaganti qua e là; e venditrici di limoni e di arance e d’altra frutta, invitarlo anch’esse, in una lingua incomprensibile e con certi cenni, a comprar qualche cosa.
Egli non avea un quattrino, e le venditrici frugandogli le tasche gli trovarono un granu (cent. 2), e per esso gli vendettero tante arance da riempirgli le bisacce.
Quelle arance erano d’oro. Condotto per mano, usci dalla caverna, e la rocca, scotendosi dalle radici, si richiuse e ridiventò oscura, tanto che dalla. paura il povero capraio si svenne.

Il domani, ritornato in sensi, si trovò disteso sull'erba, con la sua bisaccia e le sue arance d’oro.
Giunto a Raffadali e raccontato il tutto al padrone, questi, col pretesto di farle benedire, si fe’ dare le arance, e gli regalò dodici tari (L. 5,10).

Ma quando, all'andar del capraio, volle metter fuori quel tesoro, le arance s’erano convertile in un mucchio di gusci di
lumache.