Le erbe delle streghe


Le donne Streghe così come le nostre Donne di Fora entravano in contatto con la dimensione astrale in cui i confini tra realtà esteriore e realtà interiore erano molto sottili e si perdevano durante i loro riti misterici.
Attraverso la visione, viaggiavano in dimensioni astratte in cui la realtà diveniva un sogno magico...

Le erbe allucinogene


Sogno che, nei verbali dei processi intentati contro di loro, non venne mai negato, tutte ammisero di aver partecipato a favolosi convegni stregoneschi, di aver ballato per giorni ma soprattutto di aver volato in groppa ad animali fantastici.

Ma per potenziare le loro capacità di visione, queste donne utilizzarono ancora una volta le loro conoscenze ataviche sulle proprietà delle erbe e crearono delle particolari pozioni con sostanze psicotrope.

Le loro pozioni magiche contenevano erbe specifiche dalle caratteristiche allucinogene che erano in grado di provocare la sensazione di volare e di produrre visioni fantastiche così come quelle che molte di loro raccontarono agli inquisitori.

Queste erbe, bilanciate nelle dosi e poi ingerite o semplicemente frizionate sotto forma di unguenti sulla pelle o sulle mucose, ma soprattutto sotto le ascelle per potenziarne gli effetti, producevano reazioni eccitanti e allucinazioni.

Erbe usate per scopi curativi in piccole quantità, si trasformarono in potenti mezzi per poter creare forti illusioni.

Esse erano la Mandragora, lo Stramonio, la Belladonna, radici di Aconito e anche Oppio e Canapa.

Venivano mescolate tutte insieme, in modo molto preciso e determinato, e poi venivano diluite in sangue di pipistrello per conferire loro un’aura magica e misteriosa.

Una volta assunte, davano la falsa certezza di essere in possesso di poteri soprannaturali come volare, trasformarsi in animali o partecipare a banchetti con il diavolo in persona.

In sostanza la terribile accusa mossa dalla Chiesa: esse possedevano questi poteri perché avevano fatto un Patto con il Demonio, si basava su convinzioni ottuse ed errate poiché il Volo magico che tutte sostenevano di aver compiuto non era altro che una reazione prodotta proprio da queste piante allucinogene.

Ma quali erano gli effetti di ogni erba?

La Mandragora, erba stregata, durante i processi fu considerata l’ingrediente principale degli unguenti. E si arrivò a credere che il bastone usato per i voli magici doveva essere bagnato con il suo succo per acquisire i suoi poteri magici.

Quest’erba venne particolarmente demonizzata per la forma della sua radice che somiglia a un uomo senza testa, per questo si credeva che la pianta possedesse una sorta di vita animale se non umana e di conseguenza una personalità malvagia.

Quest’erba era considerata l’ipnotico magico per antonomasia poiché contiene potenti alcaloidi che provocano forti allucinazioni con sensazioni di volo, di trasformazioni e di visioni demoniache.

Lo Stramonio era una delle erbe più importanti per la preparazione degli unguenti da spalmare sul corpo per favorire visioni spettacolari e sensazioni di volo.

Era considerato il cibo degli esseri infernali e si credeva che le streghe ne fossero molto ghiotte e che se lo si trovava all’interno di una casa, si aveva la certezza che lì dentro abitava una strega.

Assunta nelle giuste dosi provocava vertigini e percezione di leggerezza, per cui si credeva di essere sospesi in alto e di vedere le nuvole accanto. Però bisognava stare attenti perché se si sbagliava era molto tossica con effetti narcotici molto velenosi che potevano portare alla morte.

Anche quest’erba faceva parte del gruppo delle “erbe del diavolo” per cui fu particolarmente apprezzata dalle streghe.

La Belladonna è così velenosa che fu chiamata dal naturalista Linneo “Atropa belladonna” in onore di Atropo, la Parca che tagliava il filo della vita degli uomini.

Le sue bacche nere contengono una sostanza chiamata Atropina che, queste donne avevano imparato a conoscere, e provocava eccitazione, confusione e visioni con l’impressione di avere il corpo ricoperto da squame o peli o penne e di conseguenza faceva credere di essersi trasformate in animali. Esattamente come molte donne riferirono nei loro racconti di voli.

L’Aconito era considerata la pianta degli inferi e infatti era soprannominata “Erba del diavolo”.

Queste donne conoscevano le sue proprietà paralizzanti, in passato usate dalle streghe tessaliche, ancelle di Ecate, che intorpidendo piedi e mani dava la sensazione di essere sospesi in aria.

La pianta era dedicata ad Ecate, la regina dell’Ade, che la coltivava nel suo giardino ed era simbolo di Medea la regina fattucchiera e incantatrice che la usava per i suoi filtri d’amore.

La Canapa era un’erba esclusivamente utilizzata dalle streghe per i loro riti, per questo papa Innocenzo VIII nel 1484 la condannò come “Erba satanica”.

Sin dai tempi antichi era conosciuta come un’erba ipnotica, ma era anche utilizzata come medicinale, infatti lo stesso Plinio la consigliava per curare le articolazioni e la gotta. Durante l’Inquisizione fu demonizzata e ne fu vietato l’uso anche per fini medici, ma le donne streghe continuarono ad utilizzarla nei loro unguenti per favorire il loro volo magico.

L’Oppio è una sostanza ricavata dal fiore di papavero bianco che è il simbolo di Nyx dea della notte e dei suoi figli gemelli Hypnos, il sonno e Thanatos, la morte.

I Greci lo avevano consacrato a Demetra a cui veniva offerto durante i riti Eleusini, poiché, nella ricerca della figlia Persefone, si era ritrovata in un campo di papaveri e, dopo averne assaporato uno, era riuscita a dimenticare il suo dolore.

Tutte queste potenti erbe furono miscelate con vera maestria e, ancora oggi, pur riconoscendo le loro proprietà allucinogene, continuano ad essere usate per le loro proprietà sedative, rilassanti e antidolorifiche, ma dosate in minime quantità altrimenti diverrebbero mortali come ben sapevano le nostre donne-streghe.


Questa sezione è stata interamente curata dalla nostra esperta, la Dott.ssa Eliana Vivirito