Una leggenda che arriva da lontano...

Alberi possenti, antichi custodi di un tempo remoto, si slanciavano verso l’alto e con i loro rami nodosi intrecciavano trame segrete, impreziosite dal verde intenso di larghe foglie che tremolavano ai sospiri di un lieve venticello. Come un tetto
spontaneo, dono di una natura incontaminata, sembrava racchiudere il fermento vitale dei piccoli arbusti sottostanti in una penombra arcana, sospesa tra il giorno e la notte come se le ore avessero smesso di scorrere. Mentre filamenti opalescenti di luce lunare si insinuavano tra spiragli inaspettati e penetravano con il loro chiarore nell’ombra misteriosa...

La strega del bosco di Salaparuta

In questa dimensione intermedia tra luce e ombra, una figura esile di donna si muoveva silenziosa.

Avvolta in un lungo mantello nero, raccoglieva erbe preziose che poi mescolava in miscele sconosciute dentro a un vecchio pentolone, mentre fumigazioni grigiastre si vaporizzavano in irreali forme dai contorni sfumati ed eterei.

La gente di Salaparuta (un piccolo comune del trapanese situato nella valle del fiume Belice su una collina a 385 metri sopra il livello del mare) narra, e tramanda di generazione in generazione, che, in questo misterioso bosco, un tempo lontano, viveva una strega malvagia.

Questa donna aveva scelto il bosco di Salaparuta come propria dimora e lì, protetta dalla rigogliosità della vegetazione, praticava arti magiche, compiendo tremendi sortilegi ai danni delle persone ma, soprattutto, rapiva i bambini che poi sacrificava nei suoi rituali in onore del Demonio.

Gli abitanti del piccolo paesino, impauriti ma decisi ad allontanare il male dalle loro vite, trovarono il coraggio di cacciarla. Ma la strega, costretta ad andare via, prima di lasciare il bosco, lanciò una terribile maledizione per vendicarsi del torto subito.

Gli abitanti di Salaparuta, spaventati e preoccupati, chiesero l’intervento del loro patrono: San Giuseppe. E fu così che il santo, misericordioso, apparve in sogno ai concittadini e promise loro che avrebbe benedetto tutte le terre attorno alla piccola cittadina in modo tale che non sarebbero mai state aride e che avrebbero sempre dato sostentamento a tutti con i loro frutti.

E, ancora oggi, a distanza di secoli, la sua intercessione benevola riuscirebbe a contrastare gli effetti malefici dell’antica maledizione. Infatti i terreni intorno sono particolarmente fertili e i vigneti producono vini pregiati.

Questa leggenda si perde nelle pieghe del tempo e molti, impauriti, preferiscono non addentrarsi di notte nella fitta radura per evitare di rimanere intrappolati da oscure forze maligne.

Ma veramente, in un tempo remoto, una strega malvagia ha scelto come propria dimora questo bosco?

Noi, nonostante apparteniamo a una società materialista che non lascia spazio alla dimensione spirituale, non possiamo non chiedercelo.

E, poiché ogni leggenda nasconde sempre un fondo di verità, non possiamo che ipotizzare che, nei tempi passati, una donna con una sensibilità particolare, abbia trovato rifugio proprio in questo bosco. Una donna che, erede di conoscenze ancestrali, legate ad antichi culti, e tramandatele oralmente, possedeva la capacità di padroneggiare gli elementi della natura. Racchiudeva in sé un sapere antico che però non venne compreso dai suoi stessi concittadini, soprattutto nel momento in cui fu istituita la Santa Inquisizione nella nostra terra. Fu così che le sue capacità divennero malefiche in nome di una religione chiusa nei propri dogmi. 

La sua magia naturale basata sulle proprietà delle erbe e dei minerali si trasformò in una magia nera, opera del demonio. I suoi concittadini, coloro che avevano sempre beneficiato dei suoi infusi per curare i propri malanni, iniziarono a guardarla con sospetto e, per ignoranza mista a superstizione, considerarono le sue medicine naturali come intrugli frutto di incantesimi e sortilegi.

Con l’appoggio della Chiesa, fu accusata di essere una Strega malvagia solita aggirarsi di notte per la cittadina in cerca di bambini da rapire e da sacrificare.

E, forse, si sarebbe rifugiata all’interno del bosco di Salaparuta per proteggersi e per continuare a operare in perfetta sintonia con la Natura.

Il bosco con le sue zone di ombra e di luce introduce in una dimensione ignota, in cui non valgono più le regole degli uomini ma solo quelle della Madre Terra. All’interno di questo ventre umido e semibuio, si diventa partecipi del mistero della vita, in cui tutto si trasforma in un ciclo eterno di vita, morte e rinascita.

E qui, la terribile Strega del bosco di Salaparuta, protetta dalla misteriosa rigogliosità della vegetazione avrebbe ritrovato un legame indissolubile con il segreto della vita stessa. Per questo ogni volta che ci si addentra nel bosco di Salaparuta, ci si allontana dal mondo sensibile per addentrarsi in una dimensione trascendente la quotidianità.

Una realtà nuova e affascinante che ci ricorda la presenza di questa strega, la cui energia continua ancora oggi a impregnare ogni alito di vento.


Questa sezione è stata interamente curata dalla nostra esperta, la Dott.ssa Eliana Vivirito