La Sagra del Tataratà

La leggenda racconta che una mucca del pascolo di una piccola area chiamata  “Chiudia”  fosse solita inginocchiarsi, ogni giorno, sempre nello stesso punto. 

Alcuni pastori, incuriositi da tale insolito comportamento dell’animale, iniziarono a scavare per giorni, rinvenendo a diversi metri, una Croce che si dice risalga addirittura all’era Paleocristiana.

Così, proprio in quell’appezzamento di terreno, i pastori del luogo edificarono dapprima una sorta di montagnola sulla quale si ergeva la reliquia (considerata una delle più antiche testimonianze della presenza dei cristiani nelle terre sicane), successivamente una chiesetta, chiamata Eremo di Santa Croce, dove tutt’ora è custodito gelosamente il simbolo della crocifissione di Gesù.

Da allora, la Croce venne onorata, pregata e festeggiata il 3 maggio di ogni anno, con una lunga processione a cavallo e una danza armata chiamata “Tataratà” (ad evocare il ritmo dei tamburi che scandisce il tempo di questa lotta armata), prima di divenire ufficialmente la Sagra del Tataratà o, meglio ancora, Festa della Santa Croce che dai primi decenni del secolo scorso ha avuto come data dei festeggiamenti il weekend della IV Domenica di Maggio.


La Festa di Santa Croce nacque ufficialmente nel 1667, scegliendo il 3 Maggio in coincidenza con la celebrazione dell'Esaltazione della Santa Croce, una festività della Chiesa cattolica in cui si commemora la crocifissione di Gesù con il particolare obiettivo di sottolineare la centralità del mistero della croce nella teologia cristiana, e data del ritrovamento della Croce secondo la "leggenda di Giuda Ciriaco".

Anteriormente a tale data, fin da quando fu trovata la Croce in epoca imprecisata, il 3 maggio di ogni anno, all’eremo di Santa Croce si svolgeva una festa campestre alla quale accorrevano fedeli e devoti da tutte le terre vicine. Dopo la fondazione di Casteltermini, avvenuta il 5 aprile 1629 ad opera del Barone Gian Vincenzo Maria Termini e Ferreri, i castelterminesi credettero giusto di celebrare la Festa per la Croce con il concorso di tutti gli abitanti ed il coinvolgimento di tutti i Ceti sociali del nuovo centro.

La festa inizia con il rullo dei tamburi e l’ingresso in paese delle quattro corporazioni o ceti, che anticamente riunivano i cittadini: la Real Maestranza, i Celibi, i Borgesi e i Pecorai, ogni domenica dopo la Pasqua, sino alla domenica della Festa.

Il venerdì della festa, i quattro Ceti: Celibi, Pecorai, Borgesi e Real Maestranza, depongono corone di fiori al monumento dei caduti in piazza Duomo, accompagnati dalle rispettive bande musicali.

La sera, presso le sedi dei vari ceti, si tiene l’asta che assegna i posti nella cavalcata del sabato e della domenica. Il sabato, il Sergente, l’Alfiere e il Capitano (portatori di insegne) aprono la sfilata a cavallo seguiti da altri cavalcanti.


Il Tataratà è una danza armata con delle spade di acciaio, scintillanti e dal suono unico. Diverse sono le interpretazioni date al Tataratà: qualcuno pensa si tratti di un rito di propiziazione per la fertilità della terra; altri, che si tratti di una rievocazione storica del dualismo tra i Mori e i Cristiani, a testimonianza della loro presenza sul territorio; altri ancora che sia la danza degli spatolatori di lino. Qualunque sia la verità, il Tataratà rimane uno spettacolo unico in tutto il mondo, inimitabile e avvolto dal mistero.